Riassunto del volume di Vincenzo Matera che prende in considerazione quelli che lui ritiene concetti basilari dell'antropologia: incompletezza, cultura, comunicazione, identità, campo, intenzionalità e interazione. Per ciascun cardine, vengono fatti riferimenti agli studiosi che maggiormente se ne sono occupati.
Antropologia in sette parole chiave
di Selma Aslaoui
Riassunto del volume di Vincenzo Matera che prende in considerazione quelli
che lui ritiene concetti basilari dell'antropologia: incompletezza, cultura,
comunicazione, identità, campo, intenzionalità e interazione. Per ciascun
cardine, vengono fatti riferimenti agli studiosi che maggiormente se ne sono
occupati.
Università: Università degli Studi di Padova
Facoltà: Scienze della Formazione
Esame: Antropologia culturale
Docente: Maria Cristina Citroni
Titolo del libro: Antropologia in sette parole chiave
Autore del libro: Vincenzo Matera
Editore: Sellerio
Anno pubblicazione: 20061. Definizione di antropologia
Antropologia = studio dell’uomo, il termine deriva da antropos : uomo + logos : studio, discorso
Negli Stati Uniti, il paese dove gli studi antropologici si sono maggiormente consolidati e diffusi, esiste una
suddivisione ormai classica dell’antropologia in 4 discipline:
-L’antropologia fisica (lo studio delle caratteristiche fisiche della specie umana)
-L’archeologia (lo studio delle formazioni sociali e culturali del passato)
-L’antropologia socio-culturale (lo studio dell’uomo in quanto animale sociale che si definisce cultura)
-L’antropologia linguistica (lo studio delle relazioni fra la cultura e il linguaggio)
In Italia invece, si sono maggiormente diffuse denominazioni come etnologia (lo studio degli usi e costumi
di un popolo) e l’antropologia culturale.
l’interesse verso l’alterità è universale, infatti in tutte le società troviamo particolari modalità di entrare in
relazione con altri popoli, da quello vicino a quello lontano. La diversità è parte essenziale della nostra vita.
L’antropologia è una modalità storica particolarmente sofisticata di entrare in relazione con la diversità che
una società ha prodotto allorché si è verificata una particolare congiuntura storica, sociale, economica,
culturale, ideologica.
L’antropologia culturale vuole studiare l’uomo in quanto animale sociale facendo riferimento alla lingua, ed
in generale alla comunicazione.
Gli antropologi culturali studiano l’insieme delle relazioni tra gli individui membri di una comunità e delle
trame più ampie che guidano l’azione delle persone nello spazio sociale, la visione del mondo, i sistemi
cosmologici, e più specificamente, religiosi, quell’insieme di rappresentazioni, pratiche, simboli,
atteggiamenti, valori che hanno a che fare con l’immagine dell’uomo, la tecnologia, l’economia.
Gli antropologi linguisti studiano le interconnessioni fra il linguaggio e la cultura studiando l’uso sociale del
linguaggio.
L’uomo è complicato e può essere studiato sotto moltissimi differenti aspetti, l’antropologia è infatti un
campo di studio molto particolare e fluido caratterizzato da uno stile intellettuale particolare. Elemento
centrale di questo stile intellettuale è il confronto o comparazione tra tanti modi di vedere il mondo, le cose,
se stessi e gli altri, in generale, fra tanti modi di vivere propri di specifiche comunità umane per mettere in
risalto le differenze fra gli uomini. Fa parte del metodo antropologico una buona dose di relativismo,
attaccarlo significa attaccare una disposizione intellettuale per la comprensione di altri modi d dare
significato al mondo, adottarla significa diffidare di qualunque assolutismo.
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Antropologia in sette parole chiave 2. Figura dell antropologo
visto nell’800 come accentrino e bizzarro, la stessa scienza antropologica viene vista come una scienza dei
rimasugli, di frontiera.
L’antropologia non può essere vista solo come studio della variabilità sociale e culturale ma come un
progetto intellettuale teso a destabilizzare cioè a smascherare ideologie , ad crescere la consapevolezza
critica e storica e esorcizzare le paure.
MARCUS E FISCHER = l’antropologia sociale e culturale del 20esimo secolo ha promesso ai suoi lettori di
illuminarli su due fronti:
-Salvaguardare le forme culturali distintive di vita dalle conseguenze di un processo di omogeneizzazione su
scala mondiale.
-Usare le rappresentazioni di modelli culturali altri per riflettere autocriticamente sui nostri modelli di vita.
Con le operazioni di rimozione e di erosione della storia si alimentano e si consolidano il senso di
appartenenza e di identità del noi e il senso di esclusione e di estraneità nei confronti degli altri.
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Antropologia in sette parole chiave 3. Paleontologia umana
La paleontologia umana è lo studio delle sequenze evolutive dell’uomo successive alla sua separazione dagli
altri gruppi di primati.
Gli ominidi sono l’insieme dei rappresentanti della specie uomo e hanno origine comune e piuttosto recente:
dai 4 ai 6 milioni di anni fa.
E’ bene chiarire prima di tutto che nell’uomo si fondono due componenti diverse :
-La componente organica= è ereditaria e naturale ed è comune all’uomo ed ad altre specie animali e
vegetali
-La componente culturale= è ambientale nel senso che si trasmette socialmente attraverso la tradizione e
l’apprendimento.
Ciascuna responsabile di caratteristiche diverse e rispondente a meccanismi differenti
ES. la capacità di volare negli uccelli si può ricondurre a un processo di sviluppo organico, ha consentito
alla specie di adattarsi a mutate condizioni ecologiche, è entrata nel suo patrimonio genetico ed è stata
trasmessa in linea diretta alle generazioni successive. La capacità di volare, nell’uomo, si riconduce invece
ad un processo tecnico ed artificiale.
La differenza nei due processi, quello di sviluppo organico e quello di innovazione tecnologica, spiega il
fatto che la nozione di evoluzione, sia una nozione ambigua, che provoca fraintendimenti se utilizzata con
riferimento alla storia dell’uomo.
La storia dell’uomo è molto di più che una semplice evoluzione di materia organica.
L’uomo rispetto alle grandi scimmie, ha 3 caratteristiche:
-la faccia corta e dotata di una dentatura ridotta adatta ad un regime onnivoro.
-la postura eretta, tale da assicurare l’equilibrio del tronco
-il cervello ha raggiunto il volume di 1.450 cm cubi, ed è inoltre molto più complesso
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Antropologia in sette parole chiave 4. Tappe dello sviluppo dell'uomo
L’ominide si distingue dallo scimpanzé per la postura eretta e la locomozione bipede(cammina solo su 2
piedi). Gli australopitechi dovevano essere ominidi di piccola statura , circa 1 m. – 1,20 m., bipedi e dotati di
una struttura eretta e con dentatura ridotta (esempio :Lucy)
L’homo abilis ha una derivazione dall’australopiteco, la sua principale caratteristica è un aumentato volume
del cervello.
L’homo erectus ha un cervello ancora + sviluppato, ed una statura + grande circa 1,65-1,70 m. la grande
innovazione tecnologica di homo erectus è stata il fuoco.
Circa 400.000 anni fa si stabilizzava la morfologia dell’homo sapiens, dal cranio celebrale elevato,
arrotondato e voluminoso. In Europa, invece, si originò un evoluzione indipendente e particolare a partire da
350.000 anni fa e fino a 100.000 anni fa con l’uomo di Neanderthal, che conosceva il fuoco, si cibava oltre
che di vegetali anche di prodotti della caccia e della pesca, che seppelliva i propri morti, accompagnandoli
con oggetti e offerte.
Da allora, l’umanità conta una sola specie: l’homo sapiens sapiens. La dimensione genetica e quella
anatomica, la dimensione pratica, quella sociologica, la dimensione celebrale e quella ecologica, la
dimensione culturale, si intrecciano profondamente e altrettanto profondamente formano l’uomo attraverso
una vera e propria rivoluzione della vita.
La caccia e il fuoco dunque sono 2 potenti fattori di socializzazione:
-la caccia = richiede cooperazione, crea legami affettivi tra uomini che hanno affrontato insieme grandi
pericoli, porta alla solidarietà tra una classe di uguali, la caccia spinge gli uomini all’esterno,
-il fuoco = crea un luogo sicuro, al quale tornare, che ospita le donne e i bambini. Si origina così una
differenziazione di tipo sociologico basata su una divisione dei compiti, tra la classe dei maschi e il gruppo
delle donne che presto sarà sancita sul piano culturale.
A questa nuova complessità sociale corrisponde un aumento delle esigenze comunicative in quanto la caccia
richiede di scambiarsi informazioni complesse, il linguaggio è legato anche alla necessità di dire qualcosa a
qualcuno, viene creato un sistema di suono libero.
La società dei primati è caratterizzata dall’insieme di comportamenti naturali, innati, in cui sono centrali il
principio dell’apprendimento per imitazione e il principio della dominazione gerarchica.
La società degli ominidi ha bisogno di regole codificate, che stabilizzano i modi di agire non innati. Questo
insieme di informazioni strutturate in norme costituiscono la cultura che rappresenta un principio che
risponde all’esigenza vitale per la prosecuzione del gruppo, di istruire ogni individuo attraverso
l’apprendimento in modo che sia in grado d riprodurre le medesime dinamiche sociali.
L’UOMO è il nostro oggetto di studio perché è particolare, non perché è meglio equipaggiato, più forte o
più dotato dalla natura rispetto agli animali, ma, al contrario, perché è incompiuto e carente ? l’uomo come
animale difettoso dal punto d vista biologico.
La cultura si presenta allora come un complemento indispensabile, come una integrazione indispensabile
alla stessa sopravvivenza biologica.
I geni dell’animale appena nato gli forniscono le informazioni necessarie alla sopravvivenza, come nuotare,
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Antropologia in sette parole chiave